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9^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)

 

1^ Lettura (Dt 5, 12-15)

Dal libro del Deuteronomio.

Così dice il Signore: "Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato. Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato ".

 

2^ Lettura (2 Cor 4, 6-11)

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.

Fratelli, Dio che disse: "Rifulga la luce dalle tenebre", rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale.

 

Vangelo (Mc 2, 23 - 3, 6)

Dal vangelo secondo Marco.

In quel giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?". Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?". E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato". Entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel mezzo!". Poi domandò loro: "E’ lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: "Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

 

RIFLESSIONE

 

Non vi siete mai chiesti perché Dio abbia creato tutte le cose e perché si sia dato tanta pena per farsi conoscere dagli uomini? Lo scopo non è stato certamente quello di ottenere che gli uomini, conoscendolo, lo obbedissero come schiavi. Lui è Signore di tutto che cosa se ne fa della nostra obbedienza? Neppure si è fatto conoscere nella sua grandezza perché noi, ammirati lo lodassimo. Egli è la pienezza e "le nostre lodi non accrescono la sua grandezza". L’unico motivo della creazione, della rivelazione della redenzione, motivo anche molto ben spiegato nella Bibbia, è l’Amore. L’Amore ci ha creato e ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, il suo Amore ci ha fatti suoi interlocutori, il suo Amore, offeso dall’egoismo dell’uomo, è stato più forte del peccato, perché Lui non ci ha abbandonati, è venuto a cercarci, ci ha fatto suo popolo, ci ha liberati, ci ha mandato Patriarchi e Profeti e soprattutto ci ha donato suo Figlio Gesù che per dirci che ci voleva bene ci ha regalato la sua vita. E allora come mai, se Dio è amore ci ha dato dei comandamenti, i dieci comandamenti? Quando si ama c’è ancora bisogno di dare delle leggi? L’uomo ha bisogno di vedere la meta della sua vita ed ha bisogno di indicazioni per non perderla di vista. I dieci comandamenti rispondono proprio a questi bisogni dell’uomo. Non è forse vero che noi desideriamo conoscere Dio e che gli chiediamo: "E che cosa devo fare per vivere felice e per arrivare fino a te?". Dio, attraverso Mosè, rispettando fino in fondo l’uomo, la sua storia, le sue esigenze di socialità e volendo farsi conoscere nella sua santità, propone all’uomo delle strade che diventano "la via della vita". I comandamenti hanno questo unico scopo: sono gesti d’amore di Dio perché l’uomo possa camminare verso di Lui ed incontrarlo. Prendiamo ad esempio la legge del sabato di cui si parlava nella prima lettura di oggi. Perché Dio chiede all’uomo di riposare un giorno alla settimana? I motivi sono molti. Eccone alcuni: è Dio che conduce e guida la creazione, l’uomo, fermandosi, riconosce di non essere lui con il suo lavoro il fine della creazione; il sabato diventa anche il momento della memoria, memoria di Dio, della sua opera, ma anche momento della memoria dei valori familiari, delle necessità del prossimo; il sabato è il momento della lode corale, della gioia, della condivisione anche del cibo particolarmente curato; il sabato è il rispetto dei tempi della natura; il sabato diventa anche anticipo e speranza del sabato definitivo. Quindi Dio dà questa legge per il bene dell’uomo, per la liberazione dell’uomo, per indirizzare l’uomo, la creazione verso di Lui. Ma quando l’uomo perde di vista il motivo per cui una legge viene data o, peggio, diventano gestori di queste leggi coloro che si servono delle leggi per ampliare un potere di religione, ecco che queste leggi diventano schiavitù. La festa del sabato diventa paura di non aver osservato tutte le norme, il riposo diventa tempo per studiare meglio come guadagnare di più, la preghiera diventa un obbligo e non un atto di amore… Abbiamo parlato del sabato ebraico, ma proviamo concretamente a pensare alla domenica cristiana. Essa è la duplice gioia del ricordo della creazione e della redenzione, è la celebrazione gioiosa della risurrezione di Cristo, è il momento della familiarità della fraternità, del riposo, della gioia della preghiera. E certi moralisti e liturgisti l’hanno fatta diventare una serie di norme: non si può lavorare? E quali saranno i lavori che invece sono permessi? Bisogna andare a messa, pena il peccato mortale, moltiplichiamo allora le messe, non importa se tirate giù in fretta, per dare a tutti la possibilità di farsi gli affari loro e di andare a messa e di non commettere peccato. Si è arrivati addirittura a stabilire i limiti di tempo per dire se una Messa è valida o meno. Dove è finito l’amore? Quando le leggi perdono il loro senso non salvano più l’uomo, lo condannano a diventare schiavo e c’è sempre qualcuno pronto ad approfittare della schiavitù degli altri. Proviamo a pensare alla pagina di Vangelo di oggi. I farisei sembrano degli uccelli rapaci appostati su una pianta. Sono a caccia di eresie, di errori contro l’ortodossia della legge. Hanno puntato i discepoli di Gesù e vedono un gesto molto semplice e spontaneo, raccogliere qualche spiga e sentire tra i denti la fragranza di qualche chicco di grano: peccato gravissimo, è come se lavorassero! C’è tutta una casistica nei loro papiri che condanna gesti come questi. Ma colpire i discepoli, per loro vuol dire colpire il Maestro, è Lui il responsabile di questo peccato, è Lui che è connivente con il loro male, e a ipocrisia si aggiunge ipocrisia. Gesù è molto chiaro, risponde con la Bibbia e vuol cercare di riportare le cose alla loro origine: "Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato", cioè Dio con il sabato ti dà la possibilità di gioire con Lui, di essere libero, di rispettare la natura e te stesso, il sabato è un Suo gesto di amore nei tuoi confronti e può essere un tuo gesto di amore nei suoi confronti, ma se lo fai diventare solo una serie di precetti, povero te, sei ancora più schiavo e il sabato non ha nessun senso. E la chiarezza diventa ancora più evidente attraverso il gesto che Gesù compie proprio all’interno della sinagoga dove fa mettere al centro (luogo del rabbino, del sacerdote) un malato e, proprio nella gioia e per la gioia del sabato, lo guarisce. Ecco, la strada della legge dell’amore porta alla guarigione, alla liberazione. Mentre la strada della "ortodossia leguleia" porta questi cultori del sabato a macchinare, proprio di sabato, l’uccisione di Gesù, cioè la strada della legge per la legge porta alla morte. I cristiani di oggi hanno bisogno di leggi? Certamente noi siamo in cammino, nella nostra vita e nella nostra fede, e nel nostro vivere con gli altri non tutto è chiaro; abbiamo bisogno anche noi di indicazioni, di segnali, e, se volete, non abbiamo bisogno di leggi nuove, ancora sono validi i dieci comandamenti letti nella legge dell’amore che Gesù ci ha insegnato. Se sapessimo riscoprire i comandamenti nell’amore di Gesù, come sarebbe più sereno il nostro convivere con il prossimo, il rispettare con amore le persone, le cose, la natura, il valorizzare la famiglia, la corporeità, la sessualità propria e altrui, e come sarebbe ricco anche il nostro rapportarci a Dio non con la paura, ma con la gioia, non perché ‘devo’ obbedire ma perché con Lui è bello e gioioso ricevere e dare amore. Ma l’uomo vorrà davvero essere libero? Qualche volta viene il dubbio di no! Sembra quasi che si cerchino sempre schiavitù nuove camuffate da libertà, il Signore apre il carcere delle leggi in cui altri uomini ti avevano rinchiuso e tu invece di uscire ti affretti a richiudere la porta e a gettar lontano la chiave; ci gloriamo di esserci liberati da pensieri retrogradi, medievali, da paure che ci obbligavano e poi siamo schiavi delle nuove mode e delle teorie di uomini che è evidente che ci sfruttano. Gesù ci dice con serenità: "Io sono la chiave per aprire i lucchetti delle tue catene, dimmi solo se con l’amore vuoi essere libero o con le leggi per le leggi continuare a rimanere schiavo".

 

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